Analisi dirette
Le analisi chimico-fisiche del suolo ottenute da campionamenti diretti permettono di mettere in relazione il dato sul suolo con l'acquisizione ottenuta dai diversi sensori, e di calibrare il metodo che permette poi di ottenere le mappature del terreno.
I campioni di suolo vengono presi dall'orizzonte di superficie (profondità circa 0-30 cm) e dagli strati più profondi (a seconda dei casi, 30-60 e fino a 60-100 cm). Questo doppio campionamento permette di caratterizzare l’intero spessore del suolo anziché solo gli strati superficiali. Le indagini pedologiche di PIGNOLETTO prendono in esame, tra i vari parametri, il pH, la quantità di carbonati, il contenuto di sostanza organica, azoto e fosforo, nonché caratteristiche fisiche come la tessitura.
Un profilo pedologico presso l'Alpe Andossi, appena dopo il carotaggio (foto © 2022 Chiara Ferrè)
Le viti dell'Azienda Agricola Cavalleri, in Franciacorta, sono state analizzate per studiare le componenti biomolecolari del suolo
(foto © 2022 Chiara Ferrè)
Un altro campionamento diretto è rappresentato dalle analisi biomolecolari condotte da FEM2-Ambiente con l’obiettivo di correlare le variabili del suolo con le caratteristiche della pianta e dei suoi frutti. Questo tipo di analisi applica strumenti di biologia molecolare, bioinformatica e biostatistica col fine di identificare le specie batteriche che caratterizzano una determinata coltivazione, e di studiare le possibili correlazioni tra la componente batterica della frutta e quella del suolo coltivato.
Una Xylocopa iris che impollina una lavanda (foto fornita da Andrea Galimberti; © 2022 Carlo Galliani)
Anthophora plumipes (foto fornita da Andrea Galimberti; © 2022 Carlo Galliani)
Infine, per correlare le misure dei sensori da remoto con parametri ambientali e biologici, vengono effettuati campionamenti dei marker biologici legati al servizio di impollinazione (prevalentemente imenotteri apoidei e ditteri sirfidi). La caratterizzazione dei marker biologici è condotta tramite metodi attivi (hand netting) e passivi (pan trapping). I campioni di nettare e polline di piante vengono raccolti lungo un gradiente crescente di intensificazione dell'uso del suolo (da naturale a agricolo a urbano) e vengono sottoposti ad analisi fitochimiche multilivello al fine di misurare le principali variazioni qualitative e quantitative.