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Insetti impollinatori e agricoltura: un legame profondo da salvaguardare

di Nicola Tommasi, Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze, Università degli Studi di Milano-Bicocca



L’impollinazione, ovvero il trasferimento del polline da un fiore all’altro di piante appartenenti alla stessa specie, è un processo ecologico di importanza fondamentale, sia per quanto riguarda la produzione agricola, sia per la conservazione della biodiversità vegetale. Molti gruppi di insetti come api, sirfidi, lepidotteri e coleotteri sono coinvolti attivamente in questo processo, infatti spostandosi di fiore in fiore alla ricerca di nutrimento, essi si sporcano di polline e lo trasportano involontariamente su fiori diversi da quello di origine. Questo stretto legame tra piante e impollinatori è alla base della produzione di semi e frutti di cui l’uomo e gli altri animali si nutrono. E' un fenomeno che interessa circa Il 90% delle angiosperme e influenza in modo consistente la resa e la qualità della produzione agricola.



Un esemplare maschio di Eucera sp (foto © 2022 Emiliano Pioltelli)

Nonostante il loro ruolo fondamentale in agricoltura, gli insetti impollinatori stanno subendo una drastica riduzione in termini di abbondanza e diversità in tutto il mondo. Molteplici cause, per lo più legate alle attività umane, stanno guidando questo declino. Comprendere a fondo le conseguenze delle azioni antropiche sulle comunità di insetti impollinatori è quindi fondamentale per preservare la loro salute e la biodiversità.

Per questo motivo nell’ambito del progetto PIGNOLETTO stiamo analizzando come aspetti di pianificazione del paesaggio, in particolare composizione e configurazione dell’uso del suolo, ed aspetti climatici come temperatura e precipitazioni, vanno ad influenzare la biodiversità degli insetti impollinatori, il loro stato di salute e la qualità nutrizionale dei fiori di cui essi si nutrono.


Gli insetti impollinatori stanno subendo una drastica riduzione in termini di abbondanza e diversità in tutto il mondo.

Per farlo ci basiamo su monitoraggi costanti di fauna e flora e sull’impiego di dati territoriali relativi all’uso del suolo, temperature e precipitazioni ottenuti tramite approcci di “remote sensing”. Questi ultimi consentono di ricavare informazioni dirette delle aree di studio tramite sensori di radiazione elettromagnetica presenti su satelliti artificiali e sono in grado di offrire dati preziosi e necessari per studi di tipo ecologico.


Indagando sulle comunità di impollinatori in ambienti agricoli, periurbani ed urbani stiamo fornendo importanti linee guida relative alla pianificazione territoriale ai fini di preservare al meglio la biodiversità, la salute e quindi l’efficienza di questi animali così preziosi per la sopravvivenza dell’uomo e per il pianeta.



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