di Roberto Comolli, Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e della Terra, Università degli Studi di Milano - Bicocca
Chi si sofferma a osservare un campo agricolo, magari di piccole dimensioni, difficilmente pensa che il terreno che lo compone possa avere una grande variabilità di caratteristiche.
La realtà è che le proprietà dei suoli agricoli (contenuto di sabbia e argilla, sostanza organica, acidità, elementi nutritivi, ecc.) possono variare molto da un punto all’altro del campo. In una gestione tradizionale, di questa variabilità non viene tenuto conto: l’agricoltore gestisce il campo come se fosse omogeneo.
L’agricoltura di precisione permette invece di tenere conto della variabilità di caratteristiche del suolo, perché riesce a ottenere mappe di dettaglio del terreno, utilizzando sensori di vario genere (da satellite, da drone, montati su quad) e incrociando i dati ottenuti con le analisi di laboratorio di alcuni campioni significativi. Disponendo di mappe di questo genere, è possibile calibrare gli interventi agronomici in modo molto più accurato: ad esempio, somministrare dosi minori di concime nelle zone del campo dove la fertilità del suolo è già elevata, oppure tenere conto in modo migliore delle caratteristiche fisiche del suolo nel pianificare l’irrigazione, e così via.
L’agricoltura di precisione è nata negli Stati Uniti e si sta diffondendo nei paesi dove si pratica attività agricola molto produttiva, di alto livello tecnologico e con investimenti economici importanti
Quando poi la coltura agricola è stata impiantata e sta sviluppandosi, le tecniche di agricoltura di precisione (sensori da satellite o su drone) possono essere utilizzate per tenere sotto controllo la sua salute e segnalare immediatamente i punti nei quali si manifestano stati di sofferenza, in modo da rimediare con tempestività.
È chiaro il vantaggio di questo approccio: oltre all’aspetto economico si migliora quello ambientale. Ad esempio, la concimazione azotata può essere dosata in modo più attento (ridotta o frazionata) nelle zone del campo dove esistono problemi per la lisciviazione dell’azoto in falda, cioè dove il terreno è ricco di sabbia e l’acqua può facilmente percolare, portando in profondità l’azoto del concime e contaminando la falda freatica. Tenendo conto delle caratteristiche del suolo, delle esigenze della coltura, del risultato produttivo che si intende ottenere, e utilizzando appositi modelli di simulazione, è possibile produrre delle mappe di precisione, cioè carte molto dettagliate del campo agricolo, che indicano l’entità delle operazioni (concimazione, diserbo, irrigazione, ecc.) da svolgere punto per punto.
Una delle cinque aree di studio di Pignoletto, la società agricola Penati nella zona di Basiglio (MI) (foto © 2022 Chiara Ferrè)
Accanto a quello positivo, c’è però un lato negativo della medaglia: a differenza di quanto avviene nella gestione tradizionale, sono necessarie attrezzature specializzate per poter svolgere questo tipo di agricoltura: ad esempio, trattrici a guida assistita e macchine operatrici che possano utilizzare le mappe di prescrizione, lavorando in modo preciso e somministrando al suolo e alla coltura le dosi corrette di prodotto, che possono variare anche a distanza di pochi metri nell’appezzamento. Pertanto, il risparmio di fertilizzanti, fitofarmaci e acqua che è permesso da queste nuove modalità di gestione, e il più ridotto impatto ambientale, si ottengono a seguito di un investimento tecnico ed economico significativo, che verrà ammortizzato nel corso del tempo.
Oltre all’aspetto economico si migliora quello ambientale.
L’agricoltura di precisione è nata negli Stati Uniti e si sta diffondendo nei paesi dove si pratica attività agricola molto produttiva, di alto livello tecnologico e con investimenti economici importanti. Il progetto PIGNOLETTO si pone in questo solco, puntando a ottenere mappe di grande dettaglio, utilizzando un’ampia serie di sensori che permettono di conoscere le caratteristiche del suolo e della coltura operando da lontano e limitando al minimo il campionamento tradizionale.
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